2021

San Vito di Cadore (BL), 08 - 09 - 21
Alle 5.20 la Centrale del Suem ha allertato il Soccorso alpino di San Vito di Cadore per una coppia di escursionisti ungheresi, un ragazzo di 31 anni e una ragazza di 30, in difficoltà nei pressi della Ferrata Berti. Messi in contatto con i soccorritori, si è capito dove si trovavano e cosa era successo. Partiti dal Rifugio Vandelli per andare al Rifugio San Marco, i due avrebbero dovuto seguire il percorso attrezzato che passa sulla Cengia del Banco, sulla Croda Marcora, ma avevano perso il sentiero, iniziando a seguire una traccia lasciata da animali selvatici, che li aveva portati a scendere in un canale tra salti di roccia e boscaglia si mughi, fino a bloccarsi sopra i 30 metri della cascata del Pisandul. Mentre una squadra si preparava a intervenire, data la presenza di nebbia, è sopraggiunto il Pelikan di Bressanone, che ha imbarcato uno dei soccorritori, che è anche tecnico di elisoccorso. Dopo averli individuati a 2.100 metri di quota, l'eliambulanza lo ha calato con un verricello di 30 metri e in due rotazioni li ha recuperati e trasportati al campo base, dove i sanitari li hanno controllati dal momento che erano stati tutta la notte sotto la pioggia. Fortunatamente stavano bene, pur infreddoliti e impauriti. 
Belluno, 07 - 09 - 21
Questa mattina verso le 11.30 l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è intervenuto al Rifugio Auronzo a seguito dell'infortunio di una turista tedesca di 83 anni, che era ruzzolata una ventina di metri nelle vicinanze della struttura. L'anziana è stata presa in cura dall"equipe medica per il possibile politrauma e trasportata all'ospedale di Belluno. Successivamente l'elicottero è stato attivato per un'emergenza in Comelico Superiore. Il gestore del Rifugio Berti aveva infatti sentito delle grida di aiuto provenire da Forcella dei Camosci sul Monte Popera e, con il binocolo, aveva visto una donna bloccata tra alcune rocce assieme al suo cane. Mentre l'elicottero si accordava per imbarcare due soccorritori della Val Comelico, che sarebbero scesi con il cane mentre l'equipaggio recuperava la donna, il gestore ha fatto sapere che lei era riuscita a tornare sul sentiero e non era più necessaria la missione. Attorno alle 13 una squadra del Soccorso alpino di Agordo è salita in fuoristrada al Rifugio Vazzoler per un escursionista statunitense con trauma al ginocchio. L'uomo P.B., 74 anni, è stato accompagnato all'ospedale di Agordo. L'eliambulanza è invece volata verso le 14 al Rifugio Coldai, sempre per un possibile trauma al ginocchio. Una donna, M.P.D., 68 anni, di Fiesso d'Artico (VE), è stata imbarcata e portata a Belluno per una possibile distorsione. 
Rovolon (PD), 07 - 09 - 21
Alle 10.15 circa la Centrale del 118 ha allertato il Soccorso alpino di Padova, per un'escursionista che, mentre con la figlia e i nipoti percorreva il Sentiero degli Alpini, sul Monte della Madonna, Colli Euganei, era inciampata riportando un sospetto trauma alla caviglia. Risaliti alla posizione, 4 soccorritori si sono avvicinati il più possibile con la jeep lungo una strada sterrata. Una volta dalla donna, una turista polacca di 72 anni, le hanno immobilizzato l'arto, la hanno caricata in barella e trasportata per circa 800 metri fino all'ambulanza, partita in direzione dell'ospedale di Abano. 
Negrar (VR), 06 - 09 - 21
Attorno alle 19 il Soccorso alpino di  Verona è stato allertato su richiesta dei Carabinieri, per un'auto uscita fuori strada sopra l'abitato di Mazzano, il cui conducente si trovava all'esterno esanime. Dalle prime informazioni, la macchina finita nella scarpata poco sotto il ciglio si era fermata appoggiata a degli alberi e, uscendo dell'abitacolo, l'anziano era precipitato per una ventina di metri perdendo la vita. Atterrato nelle vicinanze, il personale medico dell'elicottero di Verona emergenza ha solamente potuto constatare il decesso dell'uomo. La salma è stata imbarellata e sollevata per contrappeso sulla strada dai soccorritori con l'aiuto dei Vigili del fuoco. Presenti anche i Carabinieri.
Asiago (VI), 06 - 09 - 21
Attorno alle 15.20 una squadra del Soccorso alpino di  Asiago è intervenuta assieme al personale sanitario dell'ambulanza  e ai Carabinieri forestali, lungo una mulattiera del Monte Rattertal, dove mentre saliva con il quad una rampa ripida, il mezzo si era rovesciato e il guidatore, un sessantenne dell'Altopiano, era rimasto sotto. Da solo era riuscito a spostarsi, ha chiamare aiuto e a dare la posizione del punto in cui si trovava. Prestategli le prime cure per dolori alle anche e alla schiena, l'uomo è stato imbarellato e trasportato dai soccorritori per 300 metri fino alla strada.
San Tomaso Agordino (BL), 06 - 09 - 21
Attorno alle 15.20 una squadra del Soccorso alpino della Val Biois è intervenuta in supporto all'ambulanza in località Pianezze in Val di Zat, trasportando il personale medico con il fuoristrada lungo una strada sterrata fino all'abitazione di D.C., 64 anni, di Mestre (VE). L'uomo era infatti caduto facendo un giro e, una volta a casa, aveva accusato dolori alla schiena. Trasportato all'ambulanza, l'infortunato è stato accompagnato all'ospedale. 
Longarone (BL), 06 - 09 - 21
È vivo Giacomo, 43 anni, di Val di Zoldo (BL), l'uomo per la cui scomparsa durante la discesa del torrente Maè, erano scattate ieri le ricerche da parte di Soccorso alpino, Vigili del fuoco, Guardia di finanza e Carabinieri forestali. Una vicenda incredibile, che si è risolta nel migliore dei modi, quando si pensava che legato alla corda sotto la pressione dell'acqua non potesse che trovarsi il corpo senza vita dell'uomo. Questa mattina verso le 10, la squadra del Gruppo forre del Soccorso alpino e speleologico Veneto aveva trovato le corde che scendevano bloccate in una pozza inavvicinabile per la forza della corrente. Quando i soccorritori avevano cercato di tirarle, queste si erano sganciate dall'imbrago, costringendoli ad organizzarsi per affrontare un recupero assai rischioso e forse impossibile con quella portata in quattro metri cubi d'acqua. La squadra si era quindi attrezzata con un arpione lungo sei metri, per tentare di sondare la vasca, mentre si procedeva con la richiesta della chiusura quasi totale del minimo deflusso vitale della diga di Pontesei a monte. Nel momento in cui uno dei soccorritori si era avvicinato al flusso con una frontale per provare a guardare al di là della cascata, si era intravisto un piede e poi il volto dell'uomo. Era vivo, lasciando commossi tutti. Giacomo si era calato dalla cascata ieri verso le 10. Trascinato verso il basso dal flusso, era riuscito ad agganciarsi con una mano alla roccia ed era stato spinto dalla corrente all'interno di una grotta di un paio di metri, dove si trovava da ieri mattina. Quando si era sentito tirare, aveva sganciato lui le corde pensando potessero servire e si era avvicinato alla cascata, nel preciso istante in cui un soccorritore stava guardando nella sua direzione, solo perché era convinto di aver visto uno zaino. I soccorritori sono quindi riusciti a passargli una corda, con la quale si è assicurato all'imbrago e, con tutte le forze in loro possesso, lo hanno trascinato oltre il flusso della cascata e fuori dalla corrente della pozza. Recuperato con verricello dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, Giacomo è stato trasportato all'ospedale di Belluno per i dovuti accertamenti. L'elicottero ha poi provveduto a recuperare anche la squadra.
Ci dispiace aver contribuito a diffondere la triste notizia iniziale, ma non avremo mai potuto sperare in questo esito straordinario.
Longarone (BL), 06 - 09 - 21
Sono in corso da ieri le ricerche di G.S., un quarantenne di Val di Zoldo (BL), partito da casa sua ieri attorno alle 7.30 con l'attrezzatura da canyoning, per scendere il tratto della gola del torrente Maè che fa da Soffranco a Pirago. L'uomo, dopo aver già percorso la parte bassa della forra, voleva infatti completare la parte a monte. Dopo averlo atteso invano, un amico ha lanciato l'allarme attorno alle 18.  Rinvenuta la sua auto parcheggiata a Soffranco e non potendo avere riscontri di telefonia - l'uomo è partito con il cellulare spento nel contenitore a tenuta stagna che aveva con sé, dato che all'interno della forra non c'è copertura - l'asta del torrente è stata divisa a zone. Il Soccorso alpino di Longarone ha perlustrato i punti visibili dall'alto, il Gruppo forre del Soccorso alpino e speleologico Veneto ha controllato il tratto da Pirago verso il Piave, i Vigili del fuoco hanno fatto da Soffranco verso la confluenza del Grisol, da Pirago a Igne e da Igne in giù. Mancava una porzione intermedia di oltre un chilometro più difficile per la presenza di schianti e accumuli di materiale. Verso le 22.30 il Gruppo forre forre è stato accompagnato dalla squadra alpina lungo un ripido sentiero intermedio fino alla partenza in acqua e i soccorrirori sono riusciti a percorrerne una parte per uscire alle 2.30 risalendo lungo le corde lasciate dai Vigili più a valle. Alle 7 è iniziata la perlustrazione con i droni della Guardia di finanza, cui si uniranno quelli del Soccorso alpino. Si ripartirà con il controllo del sentiero di accesso, Gruppo forre e Vigili del fuoco scenderanno nella gola nel tratto più ostico che si sviluppa per circa un chilometro e mezzo.
Longarone (BL), 05 - 09 - 21
Attorno alle 18 sono partite le ricerche di un uomo partito questa mattina da Soffranco per scendere lungo la forra del Maè fino a Pirago. Dell'uomo, che era atteso alle 14.30, non si hanno più notizie. Al momento sul posto ci sono il Soccorso alpino di Longarone, il Gruppo Forre del Soccorso alpino e speleologico Veneto, i Vigili del fuoco, il Sagf. 
Perarolo di Cadore (BL), 05 - 09 - 21
Sono gravi le condizioni di un'escursionista danese di 64 anni, precipitata per una cinquantina di metri dal sentiero che costeggia il torrente in Val Montina. La donna, che si trovava con il marito e altre due persone, era arrivata alla fine del percorso verso la confluenza con il Piave, quando è scivolata sul ciglio della forra finendo tra l'acqua e la ghiaia. Dalle coordinate ricevute dal marito, sul posto si sono diretti l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che ha sbarcato equipe medica e tecnico di elisoccorso con un verricello di 75 metri, e le squadre del Soccorso alpino di Pieve di Cadore e Centro Cadore, che si sono calate in corda doppia dal sentiero per supportare le operazioni. Prestate le prime cure urgenti all'infortunata a seguito del serio possibile politrauma riportato, i soccorriori la hanno imbarellata e recuperata sempre con il verricello, per trasportarla prima all'ospedale di Belluno e da lì a quello di Treviso.
Val di Zoldo (BL), 05 - 09 - 21

Le ricerche odierne si chiudono senza che alcun nuovo elemento utile possa aiutare a far luce sulla scomparsa di Federico Lugato, l'escursionista di 39 anni partito la mattina del 26 agosto per un giro ad anello nel Gruppo del Tamer-San Sebastiano e mai più rientrato. Una sessantina di persone, tra Soccorso alpino, Guardia di finanza, Vigili del fuoco, Carabinieri forestali e Protezione civile con diverse unità cinofile, si sono ridistribuire su alcune aree già percorse, per sopralluoghi ancora più dettagliati, in Val Prampera, nella piana sotto il Petorgnon, dove l'intrico di mughi rende difficili gli spostamenti e dove sono stati controllati anfratti e cavità. Ripassata anche l'area della Croda Daerta. Non si sono registrate altre segnalazioni, né raccolte informazioni aggiuntive. Anche oggi erano inoltre presenti diverse decine di volontari privati, arrivati a seguito degli appelli della moglie di Federico.

Belluno, 05 - 09 - 21
Attorno alle 12.30 l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è volato sotto la parete nord del Civetta, ad Alleghe, dove un escursionista, che con altre persone stava percorrendo il sentiero numero 560 non distante dal Rifugio Tissi, colto da malore aveva perso conoscenza. Sbarcato il personale medico e il tecnico di elisoccorso nelle vicinanze, a I.O., 35 anni, di Sesto al Reghena (PN), è stata data prima assistenza. Imbarcato con un verricello corto, l'uomo è stato trasportato per accertamenti all'ospedale di Belluno. Successivamente l'eliambulanza è stata inviata sul tracciato della Transpelmo, all'altezza della Val d'Arcia, Borca di Cadore, per un atleta con un sospetto trauma alla caviglia. L.N., 37 anni, di Lonigo (VI), è stato accompagnato al San Martino.
Selva di Cadore (BL), 05 - 09 - 21
Alle 11.20 circa il Soccorso alpino della Val Fiorentina è stato allertato per un escursionista colto da malore lungo il sentiero numero 569, su un tratto di strada sterrata tra Pescul e il Rifugio Fertazza. M.P., 53 anni, di Torino, che si trovava con altre persone, dopo aver percorso circa due chilometri, si era sentito poco bene, si era seduto ed era caduto a terra per poi riprendersi. Una squadra ha raggiunto in fuoristrada l'uomo, che aveva riportato escoriazioni sul volto, lo ha caricato a bordo e trasportato a Pescul, per affidarlo all'ambulanza diretta all'ospedale di Agordo per le verifiche del caso.
Belluno, 05 - 09 - 21
Attorno alle 10.50 una squadra del Soccorso alpino di Belluno è intervenuta in supporto al personale dell'ambulanza, attivato per la caduta di una ciclista sulla parte terminale del percorso di downhill sulla Pista Coca in Nevegal. La donna, B.F., 53 anni, di Cimadolmo (TV), sbalzata dalla mountain bike circa 300 metri sopra il piazzale, è stata imbarellata e trasportata fino alla strada, per poi essere accompagnata all'ospedale di Belluno con un possibile trauma alla colonna e contusioni varie.
Val di Zoldo (BL), 04 - 09 - 21
Attorno alle 18.20 la Centrale del Suem di Pieve di Cadore è stata allertata per un escursionista sfinito dalla stanchezza, in discesa lungo la normale del Civetta. Partito assieme a due amici dal Rifugio Torrani, F.C., 49 anni, di Bologna, era arrivato sotto il Passo del Tenente, dove non era più stato in grado di proseguire. Individuato dell'equipaggio dell'elicottero di Treviso emergenza, l'uomo è stato recuperato con il verricello e trasportato fino a Pian del Crep. Lì un volontario del Soccorso alpino della Val di Zoldo lo ha raggiunto in jeep per accompagnarlo alla macchina a Casera della Grava, in attesa del rientro dei suoi due compagni. 
Val di Zoldo (BL), 04 - 09 - 21
Quasi 200 persone hanno preso parte oggi alle ricerche di Federico Lugato, scomparso ormai dieci giorni fa dopo aver parcheggiato l'auto a Pralongo, per un giro ad anello nel Gruppo Tamer-San Sebastiano. Una novantina, tra Soccorso alpino, Guardia di finanza, Vigili del fuoco, Carabinieri forestali, Polizia di Stato, Protezioni civile, con unità cinofile e droni, si sono distribuiti sulle fasce loro assegnate della Val Prampera per batterle al tappeto. Una vasta area molto impegnativa compresa tra il torrente Prampera e le propaggini del Petorgnon, ricoperta di massi e bosco fitto d pino mugo, con voragini e spaccature. Vista di nuovo con i droni la zona sotto il Rifugio Sora'l Sass e controllata quella tra la Baita Angelini e le Crepe dei Rondoi. Alle forze istituzionali impegnate dal primo giorno nelle ricerche, oggi si sono uniti un centinaio di volontari privati, che hanno percorso altre zone dopo aver risposto agli appelli lanciati dalla moglie dell'uomo scomparso. Nessun nuovo elemento utile ha permesso nemmeno oggi di dare indicazioni puntuali sui luoghi da indagare. La ricerca riprenderà domattina.
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