La Dolomiti Rescue Race 2024

Programma 4-5 ottobre 2024

venerdì 4 ottobre 2024

  • 18:30 presentazione della manifestazione presso auditorium cos.mo (via arsenale, 15, 32044, pieve di cadore, bl) - proiezione dei video delle precedenti edizioni e ragguagli tecnici sulla gara.
  • 19:40 cocktail di benvenuto nel tendone nei pressi della sede cnsas di pieve di cadore.

sabato 5 ottobre 2024

  • 07:30 proseguo ultime iscrizioni in loc. pracedelan (calalzo di cadore).
  • 09:00 partenza in linea 12° dolomiti rescue race da loc. praciadelan.
  • 11:00 arrivo previsto delle prime squadre in piazza tiziano a pieve di cadore.
  • 14:00 pranzo e premiazioni gara presso il tendone in piazza martiri della libertà, accompagnati da musica dal vivo. 
  • la festa continua nei locali del centro storico di pieve di cadore. 

Info organizzative: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Percorso Dolomiti Rescue Race 2024

la partenza viene effettuata in linea dalla località praciadelan (comune di calalzo di cadore) a 1040 m s.l.m., sale rapidamente fino ai piani dell'antelao (1626 m) e poi fino a forcella piria (2080 m). da forcella piria inizia il tratto più tecnico della gara con 200 metri di corde fisse che portano i concorrenti a quota 2130 m. una lunga discesa fino al rifugio antelao (1796 m) e poi fino a forcella antracisa (1693 m) porta le squadre a ridosso dell'ultima salita di giornata, quella che ,su di una carreggiata costruita 100 anni fa durante la prima guerra mondiale, porta in cima al monte tranego 1849 m s.l.m. .

la discesa si effettua in corda doppia fino alla strada sterrata che porta i soccorritori fino all'abitato di pieve di cadore (923 m s.l.m.)  dove dovranno montare la barella per arrivare al traguardo in piazza tiziano (848m s.l.m.) .

il dislivello positivo complessivo della gara è di 1250 m , mentre il dislivello negativo è di 1440 metri.

l'intero percorso si sviluppa sulle pendici del re delle dolomiti: il monte antelao. lo  scenario del gruppo delle marmarole e degli spalti di toro fanno da cornice all'appassionante gara.

 

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“Di roccia e di cuore. 1954-2024, 70 anni di solidarietà”, per Antiga Edizioni

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Di roccia, come le montagne su cui si muovono rapidi di giorno e di notte, in ogni stagione e con qualsiasi condizione di tempo. Di cuore, come i sentimenti, spesso celati da un'indole concreta e riservata, che li spingono a partire per correre in aiuto di chi sia in difficoltà, ferito, smarrito. I ricordi di 140 soccorritori sono racchiusi in 58 racconti, dovuti per ciascuna delle Stazioni che a partire dal 1954, sono entrate a far parte, per il Veneto, del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, comprese Sappada, ora appartenente al Servizio regionale del Friuli Venezia Giulia, ma per oltre 60 anni inclusa nella II Delegazione Dolomiti Bellunesi, e la Val Fiorentina, oggi accorpata al Soccorso alpino di Alleghe. Attraverso la loro narrazione vengono ripercorsi alcuni degli interventi che in questi sette decenni li hanno segnati nel profondo, vicende concluse nella felicità di una guarigione, nella gioia di un ritrovamento, come nel dolore di una perdita. Nelle parole dei protagonisti, sia storici componenti, che soccorritori attuali, emergono gli stati d'animo, la fatica, la determinazione nel cercare di risolvere le situazioni difficili che coinvolgono gli abitanti ei frequentatori delle terre alte, dalle Dolomiti al Monte Baldo, dai Colli Euganei all'Altopiano dei Sette Comuni.

A raccogliere le testimonianze ea trasformarle in racconti è stata Michela Canova, addetta stampa e responsabile della comunicazione del Soccorso alpino e speleologico Veneto dall'aprile del 2005.

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Come nasce questo libro?

Da quasi venti anni ho la responsabilità pressoché quotidiana di riportare gli interventi di soccorso. Li riassumo in una nota stampa, osservando il rigore della sintesi nella verità sostanziale dei fatti, il rispetto per i soccorritori e per chi vanno ad aiutare e dando al contemporaneo il più possibile notizie utili ai colleghi di eventi di cronaca riguardo ai quali, per modalità , tempistica e luoghi, possono difficilmente averne in altra forma e correttezza. Perché questo accada, vengo informata ogni giorno delle emergenze e mi confronto tempestivamente con chi ha svolto le operazioni, per avere riscontri il più possibile oggettivi e rigorosi. Conosco tutti i 750 soccorritori attuali, uomini e donne, e moltissimi storici appartenenti al Corpo. Con loro ho un rapporto diretto e costante da anni, in tanti casi di grande amicizia. Per questo ho dalla mia un'esperienza totalizzante. Quindi quanto si nasconde dietro il sintetico resoconto dei comunicati stampa, come si sviluppano le vicende legate ai lunghi interventi, specie le ricerche, alle piccole storie nate dalle grandi storie, al profondo coinvolgimento di certi avvenimenti, anche se apparentemente sembrano uomini e donne tutti d 'un pezzo. E conosco il loro sentire, quasi mai pubblico. Da qui il pensiero di dedicare loro qualcosa che potesse rimanere a memoria futura, evidenziandone, per una volta, nomi e volti.

 

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È stato difficile scegliere tra migliaia di interventi?

 

Le premesse erano complicate dal fatto che ognuno avrebbe potuto riempire da solo un intero volume, che un'enciclopedia non sarebbe stata sufficiente a contenere le loro memorie, che molte vicende comparivano già in altri libri, che volevo coinvolgerli perché fossero partecipi in prima persona della stesura e perché non cadesse dall'alto un elaborato “estraneo” che li riguardava così intimamente. In realtà dal confronto con ciascun capo sono uscite rapidamente le indicazioni sui prescelti per rappresentare l'intera Stazione o le missioni più “accorate” che dovevano assolutamente essere inserite. Ad ogni successivo incontro, fosse con un singolo soccorritore oppure con un gruppo di età eterogenea, le storie sono poi fluite naturalmente. Due per ogni Stazione, pubblicate in ordine alfabetico senza distinzioni di Delegazione, a parte le tre Stazioni speleo lasciate assieme in ultimo (e comunque iniziano tutte per la lettera V). Fuso nei racconti, il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico è narrato spontaneamente, viene tracciata in aneddoti l'evoluzione di tecniche e mezzi, compaiono qua e là date ed eventi senza la necessità di un'elencazione cronologica dettagliata e suddivisa a settori.

Cosa troveremo nei racconti?

Sopra tutto emergono i loro sentimenti. La difficoltà di fronte al dolore altrui, la propria sofferenza, la felicità, la contentezza, lo scoramento, l'impotenza, l'affetto, la frustrazione, la determinazione, la gioia, il rispetto. Tante storie profonde, che potranno commuovere, far sorridere, riempire di tristezza e speranza. E loro. Sono solo una piccolissima parte, una rappresentazione simbolica, delle centinaia di soccorritori che in 70 anni hanno costruito con generosità e dedizione questa Associazione, che accoglie persone del tutto normali, che compiono azioni non ordinarie, nell'accorrere in aiuto e nel prendersi cura di chi ha bisogno, che si tratti di riportare un cane al proprietario gioendo della sua felicità o del gesto straordinario di salvare la vita a una bambina. Tra le righe ritroverete tanti amici che non ci sono più, citati su montagne distanti, sorridenti in una foto o salutati a piè di pagina. Quanti ne abbiamo persi in questo lungo cammino, ciascuno di loro cementato nel nostro cuore

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Ci sono quattro racconti speciali

In quattro i protagonisti sono altrettante persone soccorse, che hanno accettato di ricordare quei momenti indimenticabili, nei quali si sono trovati ad affrontare situazioni estreme. Mi hanno permesso di ascoltarli e di scrivere di paura e gratitudine: Gianni per Sappada, Fabio per le Prealpi Trevigiane, Andrea per Agordo e Giacomo per Longarone. Ti ringrazio tantissimo.

Le immagini sono incisive

Non è stato per niente semplice reperire il materiale iconografico. Al tempo stesso le fotografie scelte a corredo spaziano dagli inizi all'odierno, rendendo l'idea del tempo passato, dell'intensità vissuta, della varietà di scenari e operazioni. In alcuni casi è stato sorprendente: ad esempio ho rinvenuto le foto originali del recupero dei sette giovani periti sull'Antelao nell'archivio di Intesa Sanpaolo, con conseguente richiesta ufficiale. Tanti amici, da Luca Bellus, a Giorgia Hofer, da Francesco Sauro ad Alberto Perer, ci hanno regalato i loro splendidi scatti di montagna da alternare alle foto storiche. Grazie a loro e ad Andrea Filippin, che ha curato lo splendido progetto grafico

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Dove si può trovare il libro?

Lo trovate nella sede del Soccorso alpino e speleologico Veneto, in  Via Caduti 14 Settembre 1944, 34b, a Belluno , potete richiederlo in ogni libreria italiana o ordinarlo on line. Sono grata a tutti i soccorritori che mi hanno dedicato tempo e ricordi personali, mettendo a disposizione il loro archivio fotografico; a Barbara per l'affiancamento quotidiano, a Michela Antiga, che ha corretto a titolo gratuito le bozze e si è innamorata del libro dalle prime fasi. Grazie di cuore ad Antiga, che oltre ad essere tipografia, ha voluto diventare la nostra Casa editrice. 

 

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