2020

Pieve del Grappa (TV), 14 - 04 - 20
Attorno alle 9.30 la Centrale operativa di Treviso ha allertato il Soccorso alpino della Pedemontana del Grappa, per l'infortunio di un ciclista che stava scendendo lungo la strada sterrata che da San Liberale porta al Castagner de la Madoneta. L'uomo, 42 anni, di Mussolente (VI), all'altezza di un dosso aveva perso il controllo della propria mountain bike, finendo a terra e riportando un sospetto trauma al bacino e varie escoriazioni. Sul posto il personale medico del Suem di Crespano, che ha prestato le prime cure all'uomo, poi trasportato all'ospedale di Castelfranco Veneto. Una squadra di 4 soccorritori, arrivata per l'eventuale supporto alle operazioni, ha poi provveduto a recuperare la bici per farla avere al proprietario. L'elicottero di Treviso emergenza, che era già decollato, è stato fatto rientrare.
Pieve di Cadore (BL), 11 - 04 - 20
Attorno alle 10 il Soccorso alpino di Pieve di Cadore è stato allertato, su richiesta della Polizia municipale, per avviare la ricerca di un'ospite novantenne della Casa di riposo di Pieve di Cadore che si era allontanata all'improvviso e non si trovava più. I soccorritori si sono portati sul posto e hanno cominciato a perlustrare l'area in direzione di Col Contras. Poco dopo una persona che risiede nelle vicinanze ha notato l'anziana, che era caduta non distante dalla sua abitazione, e ha avvisato. La donna era scesa per un sentierino, a circa 50 metri dalla struttura, ed era scivolata per un metro e mezzo finendo addosso a una rete. Le squadre la hanno raggiunta assieme a un medico, che le ha prestato prima assistenza. Fortunatamente sembrava aver riportato solo qualche graffio. Imbarellata, è stata trasportata all'ambulanza che la ha accompagnata all'ospedale per i controlli del caso. Presenti anche la Polizia municipale e i Vigili del fuoco.

L'attività operativa svolta nel corso del 2019 dagli organici del Soccorso alpino e speleologico Veneto in stretta sinergia con le Centrali Operative del Suem 118 della Regione del Veneto di Pieve di Cadore, Padova, Treviso, Verona e Vicenza si è attestata a 908 interventi, valore in leggera diminuzione rispetto al 2018, pari a -4,32%.

"Il lieve calo degli interventi, rapportati ai dati relativi al 2018, in parte è sicuramente il frutto della costante informazione fatta in questi ultimi anni dal Soccorso alpino e speleologico Veneto tramite comunicati, sito e social network, indirizzata prevalentemente agli escursionisti, che nella nostra statistica hanno un'incidenza del 51.10% nel totale di tutti gli interventi effettuati. Informazione focalizzata sulle corrette abitudine del come organizzare e programmare un'escursione in sicurezza, tenendosi informati sulle condizioni meteo, sulla lunghezza e la difficoltà del percorso da affrontare, in relazione anche alla propria preparazione e condizione fisica, la cartografia sino ai consigli di cosa riporre nello zaino. Va evidenziato poi lo sforzo profuso dalle Scuole tecniche del Sasv, dal direttivo, dalle 25 Stazioni di Soccorso alpino e dalle 3 di Soccorso speleologico per quanto concerne la formazione, settore primario del Sasv a cui in questi anni si sono stanziate imponenti risorse economiche, atte a garantire il raggiungimento di elevati livelli tecnici. A questo va aggiunto l'impegno di ogni singolo volontario, a cui va il mio particolare ringraziamento: nel 2019 il Soccorso alpino e speleologico Veneto ha organizzato ben 1.778 eventi di attività formativa-addestrativa con la partecipazione del considerevole numero di 13.648 volontari. Ringrazio in particolare le centrali del Suem, con cui collaboriamo quotidianamente, la Protezione civile della Regione Veneto e l'Assessorato alla sanità di cui siamo diventati punto di riferimento. Inoltre, un ringraziamento particolare va fatto a tutti i volontari, che in questi giorni di emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 stanno collaborando con la Protezione civile nella consegna nelle zone disagiate di viveri e medicinali" è la riflessione del presidente del Soccorso alpino e speleologico Veneto, Rodolfo Selenati, alla presentazione dei dati relativi all’attività del 2019.

Numeri delle missioni

Per le tre Delegazioni, II Dolomiti Bellunesi (con le Stazioni che coprono i territori di Belluno e Treviso), XI Prealpi Venete (per Padova, Verona e Vicenza) e VI Speleologica, gli interventi a carattere sanitario sono stati 876, 21 gli interventi di Protezione civile, dato pressoché dimezzato rispetto al 2018, quando l’uragano Vaia ha colpito il Veneto ed il Trentino Alto Adige, mettendo a dura prova l’intera popolazione e il territorio. Nel 2019 si sono registrati 77 eventi di ricerca, riguardanti 93 persone, dato leggermente inferiore rispetto al 2018, ma che continua a testimoniare purtroppo la scarsa preparazione e consapevolezza degli escursionisti nell’affrontare l’ambiente. Le persone soccorse sono state 1007, che rappresentano il numero più elevato dell’ultimo decennio, con un aumento percentuale di +1.61% rispetto all’anno 2018 e il +18.47 % se confrontato con il 2017

Interventi elicottero e squadre a terra

La percentuale di intervento del mezzo aereo è ormai costante, con il 40% circa, e dipende sia dall’orario giornaliero in cui avviene la chiamata sia, ovviamente, dalle condizioni atmosferiche. Ricordiamo che nelle tre basi di elisoccorso di Pieve di Cadore, Treviso e Verona, quotidianamente turna con l’equipaggio un tecnico del Soccorso alpino e a Pieve di Cadore sono presenti un tecnico di Centrale operativa, nei periodi di maggiore allerta, e un’unità cinofila da valanga, nella stagione invernale. Occorre tener presente che l’impiego dell’elicottero non può comunque prescindere dalla presenza delle squadre a terra, sia per risolvere tutti gli interventi dove il mezzo non può intervenire, mediamente circa il 60%, sia perché le squadre a terra vengono movimentate anche in caso di intervento aereo per il quale rappresentano l’insostituibile riferimento a terra per ogni problema legato all’individuazione del luogo, degli ostacoli alla navigazione aerea, in supporto alle operazioni e all’eventuale recupero dei compagni di escursione.

Persone tratte in salvo

Rispetto alle 1007 persone soccorse, Il 41.8% circa degli interventi riguarda illesi, ovvero 429, mentre 530 sono stati i feriti. Purtroppo risultano ancora 2 dispersi e i decessi sono stati 44, molti meno rispetto ai 62 del 2018. Riguardo alla nazionalità 782 erano italiani, 210 stranieri.

Attività svolte al momento della chiamata

Rispetto alle attività coinvolte l'escursionismo si conferma come la disciplina più coinvolta nei soccorsi con un 50.10%, ovviamente il dato è influenzato dal fatto che l'escursionismo è anche l'attività più diffusa, dove si annidano anche i comportamenti più a rischio; infatti buona parte degli interventi è richiesta per motivi dovuti all'incapacità, alla perdita di orientamento, ai ritardi o allo sfinimento; che testimonia,  che la prevenzione e la diffusione di buone pratiche di approccio alla montagna, rappresentino una importantissima e fondamentale opportunità per far diminuire considerevolmente la propensione anche inconsapevole ad esporsi a dei rischi a volte fatali. Seguono gli incidenti con gli sci, 8%, legati all’alpinismo 7.10% e alle ferrate 5.30%, in aumento. Lo scialpinismo riguarda il 2% degli interventi.

Cause all’origine dell’intervento

Mancata preparazione fisica e psicofisica, perdita dell’orientamento, incapacità e ritardo riguardano il 32.50% degli interventi, rispetto al 29% del 2018. Cadute e scivolate coprono invece il 36.70%, 8.50% i malori.

Impegno dei volontari

Particolare  evidenza merita l’impegno, anche in termini di tempo, che ogni soccorritore dedica alla struttura; nel 2019 le varie attività del Soccorso hanno impiegato circa 127.910 ore/uomo, delle quali circa il 14% destinato alle operazioni di soccorso ed il restante 86% oltre che alla gestione delle stazioni, soprattutto alla formazione personale e di squadra,  mettendo così in luce un particolare di estrema importanza per l’efficacia e il successo degli interventi ovvero che, per ogni momento dedicato al singolo intervento, ne vengono impegnati altri tre in termini di addestramento, preparazione/formazione.

Formazione

La formazione rappresenta la parte più qualificante della nostra attività poiché è l’aspetto determinante per la sicurezza dei soccorritori stessi e delle persone soccorse. I dati sono anche nel 2019 estremamente significativi; al di là del retraining triennale obbligatorio per ogni soccorritore, sono stati eseguiti complessivamente 1.778 eventi formativi, con una presenza di complessivi 13.643 volontari ed una presenza media di 7,67 volontari per evento eseguito.

Prevenzione

La prevenzioni assume un rilievo fondamentale e in questo senso il Soccorso alpino e speleologico nel 2019 si è speso per diffondere la cultura della montagna, promuovendo eventi diversificati tra dimostrazioni e appuntamenti fieristici, come lezioni e occasioni divulgative nelle scuole, emettendo 532 comunicati stampa e aggiornando costantemente il sito internet istituzionale. Sono state implementate quasi quotidianamente le pagine Facebook istituzionali del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto e Soccorso Alpino Dolomiti Bellunesi rivolte a quasi 58.400 utenti, che costantemente interagiscono con i nostri post, relativi ad attività operativa, informazioni sulla frequentazione della montagna in sicurezza, avvisi meteo e nivologici, consigli per affrontare in sicurezza ogni periodo dell’anno. Aperto anche un profilo Instagram. Infine è in fase di realizzazione un progetto di prevenzione mirato agli istituti di diverso ordine e grado, che verrà presentato all’inizio del prossimo anno scolastico.

Assicurazioni individuali e soci Cai

Occorre sottolineare come il 93,6 % delle persone soccorse non sia iscritto al Cai e/o non disponga di una propria assicurazione, a sottolineare che, nonostante gli oneri addebitati dalle varie regioni, sia molto diffusa da questa parte del versante alpino questo atteggiamento di non tutela e come occorra intensificare le iniziative di sensibilizzazione e informazione sull’argomento, a tale proposito ne è un esempio il lieve aumento degli utenti che erano provvisti di assicurazione alternative tipo Dolomiti Emergency, che si attestano al 2.10%.

Alex Barattin II Delegazione Dolomiti Bellunesi

"Anche nel 2019 la nostra struttura è stata messa alla prova per il numero di interventi, considerando anche il fatto logistico che nei primi sei mesi dell'anno abbiamo convissuto con un territorio post Vaia, con ditte, amministrazioni pubbliche, volontari che hanno messo a disposizione tempo e risorse nella sistemazione e riparazione delle vallate, dei rifugi ,della rete sentieristica - ricorda il delegato Alex Barattin - in quei mesi la montagna ha visto solo la presenza di molti operatori e di alcuni escursionisti 'curiosi', che hanno originato recuperi inusuali nel territorio deturpato, in mezzo agli schianti. Gli interventi si sono concentrati nella seconda metà del 2019 e tra tutti dobbiamo segnalare la grande percentuale, oltre il 30%, di chiamate dovute alla mancata preparazione dei frequentatori della montagna, ambiente aspro e severo che non va affrontato in modo superficiale, ma con la consapevolezza che le gite vanno tarate sulla preparazione di ogni partecipante. Con Cai e Guide alpine, la Casa comune, continuiamo a puntare sulla prevenzione, impegnandoci in informazione e formazione, anche per esporre i soccorritori a minori rischi. Rischi che in montagna non sono mai eliminabili. In questa direzione ci stiamo ad esempio muovendo con i nostri partner delle aree di confine, Bergrettung di Alto Adige e Austria, Cnsas del Trentino-Alto Adige, per uno scambio continuo di informazioni e pratiche mirate al miglioramento degli interventi e all'utilizzo delle nuove tecnologie. Un pensiero non può non andare a chi ha pianto i suoi cari mancati lo scorso anno e a tutte le famiglie che hanno subito un lutto in questo periodo. A tutti loro va il nostro abbraccio virtuale".

Alberto Barbirato XI Delegazione Prealpi Venete

"Nella zona della Prealpi Venete il numero di interventi nel 2019 è stato in linea con quelli dell'anno precedente (13 interventi in meno). Il dato importante da rilevare è un importante incremento dei soccorsi rivolti a escursionisti rispetto all'anno precedente, questo dovuto sicuramente alla difficile condizione di alcuni percorsi a seguito della tempesta Vaia ma anche molto spesso alla mancanza di preparazione, mancanza di attrezzatura adeguata e inesperienza. Molto il Soccorso Alpino ha investito nella prevenzione, ma purtroppo risultati marcati tardano ancora ad arrivare - è la lettura del delegato Alberto Barbirato - in questa prima parte del 2020 il numero di interventi di soccorso in ambiente montano, ostile e impervio è molto ridotto a causa della situazione sanitaria in atto, il Cnsas è comunque impegnato costantemente a disposizione della Protezione civile, anche nella zona della Prealpi Venete, nel supporto alle popolazioni che si trovano in aree difficilmente raggiungibili per la distribuzione di generi di prima necessità, medicinali e dispositivi sanitari di protezione".

Giovanni Ferrarese, VI Delegazione speleologica

"L'attività della 6^ delegazione speleologica durante l'anno 2019 è stata come sempre intensa. Gli addestramenti sono stati finalizzati a testare l'operatività della delegazione in scenari complessi, in stretta collaborazione con le Delegazioni speleologiche delle regioni vicine (Lombardia e Friuli Venezia Giulia), mettendo in pratica gli schemi operativi e le nuove tecniche di recupero che in questi ultimi anni si stanno sviluppando. Alle tre esercitazioni di più giorni in grotte profonde hanno partecipato anche tecnici provenienti dai soccorsi speleologici Sloveno e Rumeno. L'attività formativa curata dalla Scuola interregionale per tecnici di Soccorso speleologico è stata particolarmente proficua e ha permesso di verificare, formare i nuovi tecnici e provvedere ai mantenimenti previsti per le qualifiche già in essere. Tutta l'attività è stata incentrata su una didattica sempre più partecipata ed interattiva con lo scopo di elevare il livello tecnico di tutti i componenti della Delegazione e di rendere più efficaci gli eventi formativi proposti. I tecnici della delegazione hanno partecipato inoltre a numerosi eventi addestrativi e formativi a carattere nazionale - sottolinea il delegato Giovanni Ferrarese -  per quanto riguarda gli interventi prettamente speleologici particolarmente impegnativo è stato quello che ha visto operativi più di 40 soccorritori della Delegazione, assieme al personale delle Stazioni alpine e dei Vigili del fuoco, nel recupero di un gruppo di speleologi bloccati oltre un sifone nella grotta denominata 'Bus del Diaol' nei presi di Arco (TN): uno scenario estremamente complesso in cui è stato necessario  utilizzare tecniche e materiali inusuali, ma che ha dimostrato ancora una volta l'operatività e la versatilità dei tecnici del Cnsas. Altri interventi minori hanno impiegato i tecnici della delegazione in alcune grotte delle nostra regione. I tecnici specialisti (sanitari, disostruttori e speleosubacquei) sono  stati impegnati, anche nell'anno appena trascorso, in interventi particolarmente complessi in altre regioni d'Italia a supporto delle Delegazioni locali del Cnsas. I tecnici delle stazioni speleologiche hanno inoltre collaborato con le Stazioni alpine in vari interventi di ricerca persona".

Ponte nelle Alpi (BL), 05 - 04 - 20
Attorno alle 18 il Soccorso alpino di Longarone è stato allertato per un escursionista rimasto incrodato a circa 1.700 metri sul Serva. Partito in mattinata da Polpet, l'uomo, un cinquantenne di Ponte nelle Alpi (BL), ha raggiunto Pra d'Anties per poi proseguire verso Pian de le Vedele. Nel rientrare però ha smarrito la strada e si è trovato bloccato sopra salti di roccia. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha imbarcato due soccorritori di Longarone, mentre una squadra si preparava a intervenire assieme a un'altra arrivata da Belluno, e si è portato in quota. Fortunatamente, durante il sorvolo, l'uomo è stato individuato, recuperato col verricello dal tecnico di elisoccorso e trasportato a valle. 
Crespadoro (VI), 05 - 04 - 20
Poco prima delle 15 il Soccorso alpino di Recoaro - Valdagno è stato allertato dai carabinieri per intervenire in un bosco in prossimità di una contrada, dove i familiari avevano rinvenuto il corpo senza vita di D.N., 70 anni, di Crespadoro (VI). L'uomo, che si trovava poco distante dalla propria abitazione,  aveva perso la vita colto da un malore forse già in mattinata. Una volta sul posto i soccorritori hanno ricomposto e imbarellato la salma, per trasportarla poi fino alla strada. 
Arsiero (VI), 23 - 03 - 20
Il Soccorso alpino di Arsiero ha donato 150 tute integrali protettive all'ospedale di Santorso, 90 acquistate direttamente dalla Stazione, le altre arrivate da aziende e privati della zona di Arsiero. La consegna è avvenuta attorno alle 13 nei magazzini del De Lellis.
 
"Sabato 21 marzo 2020, nel pieno dell’emergenza Coronavirus, sul gruppo Whatsapp di Stazione condividiamo una richiesta di aiuto, non un allertamento come gli altri ai quali siamo abituati. La richiesta non arriva da una persona in difficoltà, dispersa o in pericolo di vita. Arriva da un nostro collega di Stazione, infermiere impegnato in prima linea in un Pronto soccorso saturo di presenze e di nuovi arrivi. Sono le 14.30 e la richiesta è di segnalare se qualcuno di noi ha in casa tute integrali protettive conformi alle norme igieniche da inviare in Pronto soccorso per garantire la sicurezza degli operatori sanitari. Infatti i Dpi stanno scarseggiano e sicuramente quelli disponibili non basteranno per la gestione del picco di ricoveri. Iniziano le prime risposte, qualcuno segnala di averne una, qualcun altro dice di averle viste in ferramenta, si attiva una rete di contatti e telefonate. Alle 18 infine arriva il messaggio del capostazione: abbiamo preso come Stazione tutte le tute disponibili in ferramenta per donarle all’ospedale. Complessivamente le tute raccolte saranno 150. Intervento concluso, anche questo è Cnsas".
Selva di Cadore (BL), 11 - 03 - 20
Alle 13 circa il Soccorso alpino della Val Fiorentina è stato allertato a seguito della chiamata al 118 di un automobilista che, di passaggio sulla strada verso Passo Giau, sotto il Rifugio Fedare, segnalava la presenza di una valanga sulla sede stradale. Una volta sul posto, una squadra ha verificato che si trattava di un distacco di limitate dimensioni, ma poiché subito dopo ne è avvenuto un secondo di maggiore entità, i soccorritori sono rimasti a prestare assistenza agli operatori di Veneto strade durante lo sgombero.
Roana (VI), 09 - 03 - 20
È stata ritrovata a mezzanotte circa la coppia di escursonisti padovani, che ieri pomeriggio aveva smarrito il sentiero durante una camminata con le ciaspe. Partiti dal Centro fondo di Campolongo per un giro, dopo aver seguito un percorso M.V., 38 anni, lui, e K.M, 37 anni, lei, avevano perso la traccia. Provando a tagliare nel bosco per rientrare, si erano trovati tra gli schianti di Vaia, con un metro di neve fresca, e alle 17.30 circa avevano chiesto aiuto. Messo in contatto con il Soccorso alpino di Asiago, l'uomo è riuscito a descrivere l'itinerario seguito e a mandare le coordinate del punto dove si trovavano tramite whatsapp, poi   non è più stato possibile parlare con lui, perché ad entrambi i cellulari degli escursonisti si era scaricata la batteria. Quattro soccorritori con due motoslitte si sono diretti nel luogo indicato, che però si è dimostrato non essere corretto e dove non erano presenti nemmeno segni della loro presenza. Dopo averli a lungo chiamati a voce, le squadre hanno iniziato a girare per cercarli e, senza alcun riscontro, alle 20 circa sono stati chiamati in supporto altri quattro soccorritori e i carabinieri di Roana, sopraggiunti con la terza motoslitta. Finché la coppia, sentendo il rumore dei mezzi, non è riuscita ad arrivare sulla strada forestale che porta al Forte Verena, dove è stata incrociata in uno dei successivi passaggi. Trasportati fino alle jeep, gli escursionisti sono stati riscaldati e assistiti dal medico del Soccorso alpino. Erano infreddoliti, ma stavano bene, e sono stati riaccompagnati alla loro macchina.
Brentino Belluno (VR), 08 - 03 - 20
Attorno a mezzogiorno il Soccorso alpino di Verona è stato allertato per un'escursionista sessantenne, che si trovava con altre tre persone quando era stata colpita da un sasso caduto dall'alto, riportando una ferita alla testa, mentre saliva da Brentino Belluno al Santuario della Madonna della corona. Una squadra si è avvicinata coi mezzi lasciandoli al parcheggio del Santuario, per poi scendere a piedi. Una volta raggiunta, la donna è stata assistita dal medico e dall'infermiere della Stazione, per poi essere accompagnata in una quarantina di minuti al Santuario, dove è stata affidata all'ambulanza per le medicazioni. L'escursionista si è poi allontanata con mezzi propri.
San Zeno di Montagna (VR), 07 - 03 - 20
Attorno alle 14 la Centrale del 118 ha allertato il Soccorso alpino di Verona per una scialpinista infortunatasi sul Monte Baldo. Mentre scendeva con amici da Cima Costabella, infatti, una quarantaquattrenne di Villafranca (VR), si era procurata una sospetta distorsione al ginocchio. Raggiunta da una squadra in quad all'altezza dell'ex Rifugio Mondini, a 1.550 metri di quota, mentre altri soccorritori si avvicinavano con gli sci, alla donna sono state prestate le prime cure. La sciatrice è poi stata imbarcata sull'eliambulanza di Verona emergenza, fermatasi pattini a terra nelle vicinanze e decollata poi in direzione dell'ospedale di Peschiera.
Cortina d'Ampezzo (BL), 06 - 03 - 20
Attorno alle 14 l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato in direzone di Forcella Marcuoira, per una scialpinista infortunatasi durante la discesa. Dopo aver individuato F.P., 23 anni, di Chioggia (VE), che si trovava con due amici a circa 1.150 metri di quota all'altezza del sentiero numero 216, dall'eliambulanza sono stati calati tecnico di elisoccorso e medico, utilizzando un verricello di 40 metri. La ragazza, una volta prestatele le prime cure per un possibile trauma al ginocchio, è stata recuperata con la stessa modalità e trasportata all'ospedale di Belluno.
Recoaro Terme (VI), 03 - 03 - 20
Ieri sera attorno alle 22.30 il Soccorso alpino di Recoaro - Valdagno è stato allertato per un'auto fuori strada in località Contrada Caneva di Sotto e finita un centinaio di metri più in basso nella scarpata. La ragazza alla guida, E.F, 20, di Recoaro Terme (VI), che era uscita da sola dall'abitacolo, presentava probabili escoriazioni a una caviglia. Sul posto già Carabinieri e Vigili del fuoco. Una squadra ha raggiunto il luogo dell'incidente, dove la ragazza era stata imbarellata, e ha aiutato nel trasporto a valle fino all'ambulanza, diretta all'ospedale di Valdagno.
Romano d'Ezzelino (VI), 29 - 02 - 20
A seguito della segnalazione di un escursionista che, dal sentiero numero 952 in Valle di Santa Felicita, aveva visto la carcassa di un'auto a distanza, su richiesta della Centrale del 118 una squadra del Soccorso alpino della Pedemontana del Grappa ha provveduto alla verifica della situazione. I soccorritori si sono quindi calati una quarantina di metri all'altezza del 7° tornante della Strada Cadorna, che porta a Cima Grappa, e hanno trovato una vecchia auto di colore blu. Poiché il testimone parlava invece di una macchina grigia, la squadra ha proceduto nella perlustrazione finché non ha rinvenuto anche la seconda carcassa, 300 metri più sotto. Dalle condizioni dei due mezzi, si e stabilito che si trattava di automobili presenti in loco da diversi anni e, in accordo con i Carabinieri di Romano d'Ezzelino e di Bassano del Grappa, la verifica si è conclusa.
 
Canale d'Agordo (BL), 29 - 02 - 20
Questa mattina attorno alle 9.30 la Centrale del 118 è stata allertata da alcuni passanti, che avevano scorto un uomo in fondo a una scarpata, caduto sul greto di un torrente in secca in località Soia. Sul posto si sono portati l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, atterrato su un prato nelle vicinanze, il Soccorso alpino della Val Biois e l'ambulanza della Croce Verde. Scesi da M.R., 52 anni, di Cencenighe Agordino (BL), che presentava un possibile grave politrauma, i soccorritori gli hanno prestato le prime cure urgenti e lo hanno imbarellato. Recuperato con un verricello dall'eliambulanza, l'infortunato è stato trasportato all'ospedale di Treviso 
Verso le 11 è poi scattato l'allarme per una persona dispersa. Mentre precedeva un amico in Val Travenanzes diretto a una cascata di ghiaccio, un alpinista veronese lo aveva perso di vista. Non vedendolo arrivare, era tornato sui suoi passi fino al parcheggio a Sant'Umberto e non lo aveva trovato, così, dopo aver chiesto a persone di passaggio e avere provato a cercarlo invano, aveva contattato il 118. Fortunatamente, dopo che si erano mosse le squadre del Soccorso alpino di Cortina e del Sagf per avviare la ricerca, l'uomo, 43 anni, di Torrebelvicino (VI), è rientrato al parcheggio e l'allarme è cessato.
 
Rocca Pietore (BL), 28 - 02 - 20
Poco prima delle 16 la Centrale del 118 ha allertato il Soccorso alpino della Val Pettorina per uno sciatore in difficoltà. Scendendo dal Padon, infatti, un ventiseienne ucraino, non riuscendo a controllare l'andatura, era uscito di pista a una curva, perdendo sci e racchette e iniziando a ruzzolare in un canale. Una volta fermatosi senza avere per fortuna riportato conseguenze, il ragazzo, un po' per la paura un po' a causa della neve dura, non se l'è sentita di provare a muoversi. Tre soccorritori sono scesi con gli impianti e, ramponi ai piedi, lo hanno raggiunto dall'alto mentre un'altra squadra si avvicinava dal basso. Dopo aver fatto calzare anche a lui i ramponi, i tecnici lo hanno assicurato con la corda e sono rientrati con lui a valle lungo 200 metri di dislivello, per poi accompagnarlo in jeep nella loro sede, dove gli amici sono passati a prenderlo.
Sant'Anna d'Alfaedo (VR), 26 - 02 - 20
Attorno alle 19 il Soccorso alpino di Verona è stato allertato per un'auto uscita di strada tra Fosse e Bellori. La macchina, con a bordo 4 ragazzi, e andata dritta a una curva, cadendo per una ventina di metri fino a fermarsi rovesciata. Dei 4 occupanti, tutti sbalzati all'esterno, due sono riusciti a risalire la scarpata e a dare l'allarme, i primi ad essere portati all'ospedale dall'ambulanza per accertamenti. Una squadra del Soccorso alpino di Verona assieme ai Vigili del fuoco, che hanno poi messo in sicurezza il mezzo, è scesa calandosi. Sul posto anche Croce Rossa e automedica con personale sanitario che ha subito prestato le prime cure agli altri due giovani, entrambi del '97, uno apparso subito in gravi condizioni. Il terzo ragazzo è stato portato sulla strada e affidato all'ambulanza, il quarto, incosciente all'arrivo dei soccorsi, è stato imbarellato e sollevato verso l'alto con una serie di paranchi successivi, per poi essere trasportato all'ospedale.
 
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